“Caldo e traffico. Clacson, freni, acceleratore, semaforo, autobus, rotonda, parcheggio.

Il cancello si apre. Entro.

Dade e bimbi scalzi.

Tolgo scarpe e calze, le dita si ritirano un pochino, quasi a nascondersi, quasi a vergognarsi un po’.

I bimbi più curiosi si avvicinano e guardano. Occhi grandi e attenti.

I più timidi da qualche metro osservano. Occhi grandi e attenti.DSCN9586

Il cancello si chiude alle mie spalle.

“E’ arrivato il dado”.

“Come ti chiami”, quasi in coro.

“Gianluca”, rispondo e mi viene da porgere la mano …

Sfrego le dita e la ritiro dietro me.

Osservo. Occhi piccoli e distratti.

Per me un vaso è un vaso, invece diventa tamburo, sedia, salto altissimo.

Per me un legno è un legno, invece diventa spada, canna da pesca, motocicletta.

Gironzolo. Non mi sento estraneo. Invado il campo da gioco ma non sono un intruso, sono parte

del campo da gioco.

Poi la dada mi fa entrare e mi dice che posso suonare quello che più mi piace, quello che più mi sento …

Comprendo in parte le sue parole.

Inizio.

DSCN9584

Dita incerte sulla tastiera, bimbi curiosi, qualche nota, i bimbi si avvicinano, sbaglio accordo, i bimbi non se

ne accorgono.

Poi la stanza si trasforma in pancia e cuore.

Capisco ora.

E afferro l’ entusiasmo.

Mani che battono, piedi che battono, danze e canto. Pianto e risa.

Ora la musica si fa più lieve, sfumata. Ci sdraiamo e ascoltiamo col respiro.

Poi di nuovo mani e piedi, di nuovo danza, di nuovo canto.

Capisco ora.

La chitarra è la pancia ed il cuore che dettano ritmo, tempo ed intensità.

La musica vola sulle nostre teste ma al contempo diventa strumento afferrabile, vero.

DSCN9567      DSCN9558      DSCN9569

Il cancello si apre. Esco.

Caldo e traffico. Clacson, freni, acceleratore, semaforo, autobus, rotonda, parcheggio.

L’atelier è una miniera.

E i bimbi i minatori.

Con occhi grandi e curiosi, con mani e piedi che battono, rompono le impalcature che ci siamo costruiti

fuori da quel cancello.

Rompono le scarpe e i calzini.

Rompono le strette di mano.

Rompono gli accordi sbagliati.

Rompono i “… così si fa …” che trainano la nostra vita su un mare mai calmo e mai in tempesta.

L’atelier è una miniera.

E i bimbi i minatori.

E oggi, nascosta, sotto spessi strati di terra fredda è riaffiorata quell’ antica vena d’oro che rappresenta il

talento, l’istinto, la libertà di ridere e piangere, di esprimersi, la genuinità del canto e della danza.

Quell’ oro che, chissà perché, spendiamo in oceani mai calmi e mai in tempesta.”

Grazie Gianluca, per queste tue parole, per il tuo sguardo e l’attenzione con cui sei venuto a regalarci musica e giochi.

Torna presto!!!

Dade