Dopo un anno è tornato nel nostro Atelier il dado Vistar meglio conosciuto dai bimbi come il dado dell’ inglese.

Quest’anno a differenza dello scorso parla un po’ di italiano, finalmente!

I bimbi lo attendono con impazienza per il primo incontro e lo accolgono con un fragoroso saluto di gruppo: “Hello!”

“Ciao bimbi,  I come back , sono tornato dopo essere stato in giro per il mondo e ho imparato un po’ la vostra lingua , ora mettiamoci in cerchio che vi insegno una canzone per salutarci come si deve, s’intitola  Hello Song”.

Molti di loro conoscono già la melodia , ma cantarla in inglese è tutta un’altra cosa!

I loro occhi smarriti cercano il mio sguardo per essere incoraggiati e rassicurati.

Trasmettere qualcosa di nuovo richiede entusiasmo e sicurezza soprattutto quando si parla di piccoli esseri umani . Me ne accorgo in particolar modo durante  il gioco di “The witch is calling the color”, la versione inglese di “strega comanda colori”, dove i piccoli sono chiamati a svolgere l’attività interamente in lingua straniera, dal “comando della strega” al riconoscere i nomi dei colori dei teli che sono sparsi nella stanza:  “Che colore è il red?”…. “Come si dice azzuro in inglese?”.

In quei momenti faccio loro da “supporto italiano” di riferimento, ma lo scoraggiamento è dietro l’angolo.

Alcuni non riescono ad entrare nel gioco :” Dado non voglio più giocare ….Non mi piace questo gioco”.

Il senso di disorientamento invade anche me …. che fare ? quale strategia posso adottare?

Non posso pensarci a lungo così il buon senso mi suggerisce  di creare un isolotto con i tatami dove possano fermarsi e sentirsi al sicuro.

Nell’apprendimento ho compreso che è importante lasciare uno spazio fisico di libertà per far si che le cose accadano. Sono spesso le aspettative di noi educatori a bloccare i naturali processi di crescita ed esplorazione che hanno tempi diversi per ogni singola individualità.

Negli incontri successivi, infatti, è accaduto spontaneamente che tutti prendessero parte al gioco.

Essere liberi di scegliere e di osservare mette in moto dei processi interiori di cui sappiamo poco o addirittura nulla.

Alla fine il meritato momento di relax grazie alla lettura di un racconto illustrato, “First the egg” e “Hug me” i più apprezzati.

Le letture sono state sempre raccontate in inglese e tradotte in italiano pagina per pagina: le pacate e gentili doti di oratore del dado Vistar e l’intramontabile fascino che suscitano i libri hanno reso questi momenti di una fluidità e immediatezza di ascolto garantita incontro per incontro.

Un’altra interessante attività svolta durante questa esperienza è stata quella della semina.

Complici le belle giornate di marzo e inizio aprile ci siamo adoperati per riporre i semi di alcune qualità di fiori  nei  semensai che erano ancora rimasti a disposizione .

Dado Vistar , passo dopo passo, insegnava il corrispettivo in inglese di ogni singolo materiale che avevano tra le mani e infine come “ringraziare il seme” prima di riporlo nel terriccio , una sorta di preghiera per la propsperità inviata all’universo. Questo è stato uno dei momenti più belli dell’intero percorso ….un bacio al seme prima che compia il suo viaggio e la gratitudine anticipata nel cuore poiché nulla cresce senza amore.

Come ogni laboratorio di inglese che si rispetti non potevano di certo mancare i saluti finali ….”Goodbye so long” è stato il brano di riferimento per potersi dire cantando” alla prossima … arrivederci … ci rivedremo”.

Il dado ci ha salutato a Pasqua perchè si è di nuovo rimesso in viaggio e chissà quali terre andrà ad esplorare e se ritornerà in futuro all’ Atelier dei piccoli.

Grazie per averci dato l’occasione di essere liberi di apprendere e di iniziare ad esprimere con un’altra lingua ciò che è e sempre resterà il linguaggio universale, “The language of Love”.

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Dado Andrea