Una fredda e limpida mattinata di metà novembre accoglie il mio arrivo al Parco Alboreto del Pilastro.
Questo polmone verde fuori Porta San Donato, appena oltre la tangenziale, è caratterizzato dall’inusuale ricchezza botanica per un parco cittadino: nell’alternanza tra prati, macchie alberate e siepi fiancheggiate da cavedagne e filari di aceri, salici e alberi da frutto sono presenti specie ornamentali esotiche immediatamente a fianco di altre essenze rigorosamente locali.
Questo ambiente è lo scenario scelto per la gita che mi appresto a condurre insieme alle dade Pamela, Andrea e Francesca!
L’aria è decisamente frizzantina, l’autunno inoltrato fa presagire l’arrivo dell’inverno.
Piano piano, in bicicletta o in auto, arrivano i vari bimbi accompagnati dai genitori.
E così, alle 9:30 siamo pronti per partire!
Ci immergiamo nei primi lembi di prato che portano a una macchia di alberi su cui, subito, i più intrepidi iniziano ad arrampicarsi! Eccoci proiettati in un pittoresco bosco magico!
Quanto energia, quanta gioia! Come quella del sole che, via via più alto nel cielo, ci scalda con i suoi gentili raggi.
Osservo i bimbi mentre si arrampicano e provo un gran piacere: per loro è un mondo nuovo, magico e fantastico.
Già, perché i bambini vivono il presente come una continua scoperta, una magia senza fine, in cui c’è tanto da scoprire: dietro quel tronco, di fianco a quel cespuglio o alla fine di quel prato.
E anche dietro ogni foglia…e di foglie ce ne sono veramente tante! Oltretutto hanno i colori e le forme più disparate, troviamo anche una foglia a forma di gufo!
Per terra c’è molto umido a causa dell’abbondante rugiada notturna, ma questo non spaventa i giovanissimi avventurieri che, vestiti con indumenti super-tecnici, non hanno timore di rotolarsi per terra, sporcarsi, bagnarsi e soprattutto di raccogliere e gustare alcune piccole mele davvero succulente che troviamo qua e là… mmmm che sapore delizioso!
Anche io ne mangio un paio, come resistere?!
Attraverso i loro occhi vedo la meraviglia della realtà che mi circonda e di cui, spesso, mi dimentico.
Mi domandano, chiedono, sono molto curiosi: ”Come si chiama questo albero?”, “Posso mangiare quel frutto?”, “Questo cos’è?”. E questo può essere di tutto: una foglia, il muschio, il lichene, un piccolo insetto, un pezzo di ramo… Sono la curiosità fatta persona, o meglio, fatta bambino.
Durante il trasferimento da un luogo all’altro del Parco, invece di camminare, corriamo: già, come se la voglia di andare, di esplorare fosse troppo esplosiva e dirompente da poter essere contenuta “semplicemente” camminando.
Tra tutte queste corse, salti, arrampicate e domande….serve una pausa!
Ecco quindi che ci sediamo in cerchio, per terra, al sole: mentre Andrea e Francesca distribuiscono crackers e acqua, la dada Pamela legge una favola sugli alberi da un nuovo libro!
Evviva, un po’ di relax e in tanti si sdraiano con il sole che scalda i visi.
Successivamente, prima di andare a pranzo, ci dividiamo in piccoli gruppetti: alcuni giocano con il dado Andrea, altri con la dada Francesca vanno ad esplorare una nuova zona del Parco e altri vengono con me e la dada Pamela a cercare aceri per poi giocare con le loro tante foglie giallissime o rosse in terra!
E così, tra sorrisi e risate, vedo volare in aria tantissime foglie.
Questa è anche l’occasione per fare foto divertenti e alcuni bambini, interessati ed incuriositi dal mio ”strano” oggetto (ossia la macchina fotografica reflex ), vogliono provare anche loro a scattare fotografie.
Assecondo volentieri questo loro desiderio, aiutandoli e guidandoli nel maneggiare lo strumento nuovo.
Click…clik…click!
Tra uno scatto e l’altro guardo l’orologio e noto che…è già mezzogiorno passato! Ci aspettano per pranzo!
Un momento, chi ci aspetta? E soprattutto…cosa ci aspetta per pranzo?
La domanda trova risposta poco dopo, a seguito di una breve camminata dal parco al vicino ristorante dove avevamo prenotato: pizza margherita cotta nel forno a legna e con lievito madre e dolce per tutti. Buon appetito!
Che bello sedersi in una grande tavola apparecchiata e poter condividere le nostre emozioni. “Dada che bello stare in gita, facciamolo sempre!!”
Recuperiamo le energie e ci alleggeriamo un po’ di strati di pile prima di ripartire. Una pausa sull’altalena, una passeggiata alla fattoria urbana e sono già le 15.00!
Quante emozioni questa giornata, adesso sono, ma forse siamo, davvero tutti stanchi ed è ora di andare a casa!
Quando arriviamo al punto di ritrovo con i genitori ci aspetta una grande sorpresa: veniamo accolti con tisane calde e cioccolatini!! WOW
Un lieto finale e una coccola gradita quanto inaspettata per una piacevolissima giornata all’aria aperta!
Da ripetere presto perchè di uscite so che le dade e il dado ne hanno in mente tante, io per ora porto con me quei sorrisi di gioia che visualizzo ancora nella mia mente.
Marco (GAE, amico e accompagnatore per l’Atelier dei Piccoli)
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