Sono le 9:00, è ora di dividerci: “Vengono con me…. i bimbi della Terra del Fuoco!”, ed ecco che il nostro treno si lascia alle spalle l’Oceano per entrare nell’altra sezione, varchiamo la soglia e…
“Ma dada, è tutto buio!” “Luce non c’è!
“E’ vero bimbi, le luci sono ancora spente e oggi il sole è coperto dalle nuvole, quindi la stanza è un po’ buia”. Mi avvicino all’interruttore, quando il mio sguardo si posa su quei faccini tutti concentrati che aspettano che arrivi la luce, al che mi viene da chiedere: “Ma a voi piace il buio?”. Sì, no, boh… le risposte non sono chiarissime, mi guardano un po’ perplessi. Provo ad avventurarmi un po’ oltre: “Ma a qualcuno di voi il buio fa paura?”. Il silenzio che ne segue è abbastanza eloquente, poi una delle bimbe più grandi mi racconta che suo fratello ha paura del buio (lui!) e che il babbo gli lascia la porta aperta quando fa la nanna.
Spiego ai bimbi che a me il buio piace tantissimo, che per me è magico. Così dicendo mi avvicino alle finestre e abbasso del tutto le veneziane, poi chiamo tutti i bimbi nell’angolo più buio della stanza, li faccio sedere in cerchio e accendo due candele che appoggio a terra.
Mostro loro le nostre ombre, lunghe e scure, e loro le guardano stupiti ed affascinati, li sento eccitati ma anche un po’ preoccupati. Inizio a cantare la canzone delle sette streghe, che vivono nel bosco scuro scuro, ecco che la tensione si allenta e, al suo posto, arriva qualcosa di nuovo: la complicità e l’emozione nel vivere un momento così speciale reso intimo dalla penombra e dall’oscillare della fiamma. Non se ne accorgono nemmeno, ma tutti parlano sottovoce e si muovono con delicatezza, l’atmosfera è perfetta, è magica.
Terminati i sortilegi delle sette streghe ci sediamo tutti attorno al tavolo, sempre con le nostre candele. Li avverto, stiamo per fare una cosa speciale, un po’ magica. L’attenzione è fortissima… Tiro fuori uno scolapasta e lo metto capovolto sulle candele.
Caspita! Quante luci escono da quei buchini!
I più coraggiosi (e curiosi) mi chiedono di toccare: che stupore e che risate nel sentire il calore che esce da questa stramba lampada. Pian piano tutti, anche i più restii, non resistono e appoggiano con un po’ di tensione le loro manine che, al primo tocco, si ritraggono spaventate, ma poi ritornano per riprovare quella calda sensazione che sa di proibito.
E per finire, ecco a voi il gran finale: “Bimbi, abbiamo fatto una magia!”. Lo scolapasta, di buona plastica verdina, si è un po’ sciolto per il calore delle candele, e sulla cima ecco aprirsi un bel bucone da cui fuoriescono luce e fumo: meglio di così non poteva andare!
Prima di chiamare i pompieri tolgo lo scolapasta, chiamo tutti i bimbi vicini vicini, stretti stretti, prendiamo tutti insieme un bel respirone… uno, due, tre… un bel soffio e riecco il nostro amico speciale: il buio.
Ilaria
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