In questi giorni qualcosa di completamente nuovo ci sta tenendo tutti in attesa. Il terremoto è un evento enorme che va a toccare le nostre paure e i nostri affetti più profondi. Seguiamo le ultime notizie, contattiamo amici e parenti, ci organizziamo per ogni evenienza e speriamo che tutto si calmi.

Ma ai nostri bimbi cosa raccontiamo?

Martedi, per la prima volta, sono stati coinvolti veramente. La scossa del mattino è stata evidente e per sicurezza abbiamo dovuto uscire velocemente tutti in giardino. Certo abbiamo detto loro che facevamo giochi e merenda all’aperto visto che c’era un bel sole e abbiamo organizzati favole e attività.
Eppure, tutta la giornata è stata caratterizzata da un ritmo “fuori dall’ordinario” con mamme e papà che venivano a prendere i loro bimbi in orari diversi, telefonate piene di emozioni e rassicurazioni, nessuno ha fatto la nanna al Nido e persino per i cambi abbiamo organizzato uno spazio all’esterno.
Poi mercoledi tutti sono rimasti a casa come fosse un  giorno di festa.

Questa mattina ci siamo interrogati su cosa possono aver elaborato di questi strani giorni, cercando di dare un senso a quello che gli sta succedendo intorno, di ciò che “respirano” e come potevamo aiutarli a rimanere sereni e fiduciosi anche nell’eventualità di nuove emergenze.
Così abbiamo preparato la palestra per un momento di racconto animato davvero speciale, creando lo spazio per un piccola e semplice teatralizzazione.

“Bimbi, questi giorni sono stati davvero strani. Vi ricordate? Ieri siete stati a casa e non era domenica!”
“si, con la mamma” “ siamo stati al parco” “papà era al lavoro!”
“ E’ vero bimbi. Qualche giorno fa è successa una cosa molto speciale. Tutto ha scossato un po’ e siamo stati fuori in giardino aspettando che tornasse tutto a posto. Ma sapete come mai?”
I bimbi rimangono in silenzio molto attenti in attesa della risposta. Nessuno parla. Preparo un piccolo palco dove mettere i personaggi della favola man mano che la racconto.

“ C’era una volta  un paese molto bello, simile al nostro. Con una piazza, tanti animali, tante persone e persino un re… e una casetta come la nostra al Nido o come la vostra dove abitate con mamma e papà.
Tutti giocavano, lavoravano, passeggiavano allegramente e il re andava a comprarsi il pane. Ma all’improvviso…un rumore profondo e un gran tremolio! Qualcosa si ribalta, a qualcuno gira la testa, succede di tutto. Solo Matilde, una bambina poco più grande di voi, non si accorge di niente.

Matilde allora vuole aiutare il re a scoprire cosa sta succedendo e come mai è tutto sottosopra. Parte per un lungo viaggio al centro della terra dove incontra strani personaggi… finchè arriva proprio nel posto più profondo e finalmente incontra il Drago Aidar.

Il Drago è grande e tutto rosso, ma Matilde non ha troppa paura perché il re le ha spiegato che è il custode della terra, la tiene calda e ferma. Ma oggi Aidar ha la sua lunghissima coda tutta incastrata e non riesce più a muoversi. Piange, tira, si arrotola… e così facendo fa tremare tutto. Matilde subito corre in suo aiuto e finalmente lo libera… e tutto nel paese torna al suo posto. “

Alla fine della favola i bimbi sono in silenzio e un po’ stupiti. Chiedo chi vuole venire a toccare la lunga coda rosso fuoco di Aidar e in molti si avvicinano soddisfatti.

Poi via libera nella palestra e i bimbi cominciano a saltare ovunque ma soprattutto a urlare fortissimo.

Si, finalmente tutta la tensione di questi giorni ha trovato una via di uscita e per cinque lunghi  minuti almeno la stanza si riempe di grida liberatorie. E forse tutto può tornare a posto.

Il libro che abbiamo drammatizzato è Il drago Aidar di Marjane Satrapi, Ed. Mondadori.

Pamela