Come avevamo narrato all’inizio di questo blog, il nostro Asilo ha un giardino speciale, studiato per poter essere trasformato, scoperto, esplorato, annusato, osservato, per potersi cibare, per potersi nascondere, per potersi rotolare e sporcare.

Ci sono siepi di more, ribes, d’uva che portano meraviglia, curiosità e anche impazienza.

Buchi per terra in cui si fermano la pioggia,  le foglie, la terra. E sanno trasformare un semplice buco in chissà quante astronavi.

E poi, ci sono l’albero delle mele cotogne, che a primavera si è riempito di fiori, il salice piangente che ascolta tutti i racconti e la betulla luccicante e anche un pò vanitosa.

I luoghi segreti, fatti di salici intrecciati che ospitano racconti, confidenze, segreti. Il luogo dove ci si ripara, in tutti i sensi. Dagli sguardi, dal sole, dalla troppa paura.

Ci sono luoghi per difendersi, per sentirsi protetti; spazi aperti, indefiniti, adatti per essere  un castello fatato, una fattoria  piena di animali o un cantiere sempre all’opera.

Non mancano spazi per sbriciare,  per curiosare, per sentirsi soli e potersi perdere dentro il minuscolo, il dettaglio.

Il giardino non è grande, ma ci ha fatto scoprire grandi cose osservando i nostri bimbi.

La libertà che offre questo tipo di spazio è qualcosa che permette ai bambini di potersi sperimentare, confrontandosi direttamente con la Natura. E non è così  scontato il confronto con la natura.

Oltre all’esperienza prettamente sensoriale e motoria,  i bimbi hanno sperimentato il valore aggiunto della Libertà Emotiva.

Paura,  rabbia, compassione, fiducia, sostegno, gelosia sono emozioni che nel gioco libero vengono sperimentate dai bambini, anche molto piccoli; infatti, è tramite il gioco che si inizia a confrontarsi con le proprie emozioni e si permette alla personalità d’iniziare a prendere forma. Nel gioco destrutturato in natura tutto si amplifica e le infinite possibilità di sperimentarsi assumono un carattere ancora più primordiale.

Abbiamo potuto osservare quanto ogni bambino è capace di autoregolarsi e percepire un gioco pericoloso perchè sa provarne paura; giocando, si confronta con la propria capacità di tollerare la paura stessa e scoprire vari modi per poterci far fronte. Limiti e possibilità entrano a far parte delle strutture interne di ogni bimbo.

Imparare a maneggiare le proprie emozioni (e i modi per poterle gestire), è di fondamentale importanza per la costruzione del Sè.

Lo stesso dicasi per la rabbia, che, se esplosa in un gioco libero tra bambini, spesso viene autoregolata dai bimbi stessi, perchè altrimenti il gioco eccitante si interrompe, o ci si deve fermare e si rientra nel mondo della realtà. La rabbia diventa così un’emozione forte, ma ancora più forte sono le strategie che ogni individuo apprende per potersi regolare e per poterci far fronte nella vita sociale.

Questo giardino è stato pensato affinchè non ci siano pericoli seri,  ma situazioni create con elementi naturali in cui ci si può mettere alla prova con tutto il carico di competenze emotive necessarie. L’adulto è sempre presente, ma può permettersi di vigilare inosservato.

Spesso noi adulti ci mettiamo in mezzo per regolare o per fermare o per sottolineare; osservando i bimbi si impara molto se riusciamo a tener a freno la nostra voglia d’intervenire.

I bimbi sono dotati dalla natura, e la natura li porta ad autoregolarsi.

 In giardino, la fiducia nell’amico, il sostegno del gruppo, la capacità di meravigliarsi e di condividere, la voglia di giocare con tutte le sue implicazioni emotive e fisiche ha trasformato questo luogo in qualcosa di magico.

Le esperienze vissute dai bimbi sono sempre state pregne e cariche delle loro emozioni e dei loro giochi così liberi e così importanti; esperienze dove l’adulto spariva dalla loro percezione e diventava un sostegno, a distanza.

Scrivendo questo articolo mi son tornati in mente La grammatica della fantasia di Gianni Rodari e I Bestiolini di Gek Tessaro, ve li consiglio entrambi, anche sotto l’ombrellone!

Caterina