Prima di lasciarci per le meritate Vacanze natalizie, vorrei chiudere quest’anno parlando di Cibo, sapendo che non sarà l’unico post sull’argomento, vista la complessa vastità del tema.

Durante le vacanze ci sarà più tempo da potersi dedicare e quindi spero di riuscire a  solleticare alcune riflessioni legate a ciò che scegliemo di offrire ai nostri figli (e a noi stessi) per avere una buona e salutare alimentazione, senza togliere il piacere della tavola e dello stare insieme.

Ci sono motivazioni etiche, religiose, sanitarie, legate a esperienze di vita, a contesti particolari che ci portano a fare alcune scelte alimentari; ci sono però anche tante “non scelte”, accettazioni legate spesso alla non conoscenza, o al delegare in fiducia agli altri la gestione di un aspetto in cui è difficile addentrarsi.

Essere costretti a riflettere, soprattutto quando si diventa genitori, è un regalo prezioso; i bimbi ci chiedono di iniziare un cammino di cui magari non conosciamo la direzione, nè ne vediamo l’orizzonte, ma il solo fatto di cominciare a porsi delle domande ci porta verso nuove scoperte, nuovi scenari, a volte verso vere e proprie rivoluzioni.
Serve coraggio, serve pazienza, serve anche rabbia.

Rabbia perchè (quasi)Tutto ciò che ci circonda, dalle mense ai supermercati, dalle pubblicità ai compleanni, dalle feste agli avvenimenti sociali, da ciò che troviamo in qualsiasi bar o ristorante, è creato per allontanare la parola Nutrimento da ciò che dovrebbe essere il suo primario significato: cibo indispensabile che permetta di crescere e di mantenere la vita in Salute.

E’ difficile trovare a portata di mano informazioni scientificamente valide e comprensibili circa gli aspetti della Nutrizione; esistono tantissimi libri, siamo invasi da trasmissioni televisive, da rubriche e inondati da pubblicità che parlano di nutrimento, di cucina e anche di salute; soprattutto legato al mondo dell’infanzia esiste un business vastissimo e diabolico in cui è impossibile non caderci dentro. Le notizie che ci forniscono però sono contrastanti, a volte in vera e propria contraddizione, soprattutto fuorvianti e spesso mistificatorie.
Quindi, nutrirsi cosa significa ??
Se lo chiedo a mia nonna mi dice che devo mangiare tanta carne per fare sangue, tanto formaggio per fare il calcio, tanti zabaioni per avere energia.
Se lo chiedo al pediatra o al medico, mi dicono che devo mangiare un pò di tutto, un pò di carne, un pò di pesce, un pò di uova, un pò di frutta e un pò di verdura..un pò di pasta, naturalmente.
Ognuno ha una propria credenza relativa al cibo e relativa a ciò che fa bene; credenze che derivano anche dal valore affettivo che diamo al cibo, dal valore del rituale e del convivio che si può creare attorno alla tavola.

Nutrire un bambino e quindi nutrirsi come adulti e come famiglia, non è davvero cosa semplice; il mio consiglio è partire ben equipaggiati. E l’equipaggiamento lo si costruisce strada facendo. E’ come andare in campeggio. La prima volta si fa un pò a caso e ci si sente spaesati, pian piano si scoprono i trucchi e si diventa abili nel sapersi districare tra tutti i mille piccoli problemi che possono presentarsi. Se siamo preparati, è più difficile lasciarsi abbindolare o sentirsi inadeguati.

Anche in questo campo è valido il detto “non si finisce mai d’imparare”, per questo vorrei consigliarvi la lettura di un libro molto interessante e soprattutto illuminante che si intitola Lo studio Cina, scritto in modo semplice e chiaro da T. Campebell. Libro che ci apre gli occhi mostrando dati e analisi statistiche derivanti dalla ricerca più lunga (durata circa 30 anni) e con il campione più ampio che sia mai stata condotta: ricerca monumentale che non viene purtroppo resa nota o divulgata, ma che dimostra inequivocabilmente le correlazioni tra l’origine di tante malattie contemporanee e l’(ab)uso di proteine di origine animale. E’ una lettura veramente alla portata di tutti, nonostante tratti argomenti molto specifici ed è in grado di dare strumenti culturali per potersi avventurare nel selvaggio mondo del Cibo.

Importantissimo è chidersi, quando si ha a che fare con dei bambini, come mangiamo noi grandi? E’ una domanda forse scontata, ma per nutrire affettivamente (e in modo salutare) un bambino, riuscire a fargli amare il cibo che fa bene e non quello spazzatura che vediamo ovunque attorno a noi,  passa tutto da lì: se i grandi in famiglia mangiano bene, i bimbi imparano a mangiare bene, se gli adulti mangiano spazzatura, per i bimbi sarà lo stesso.

Sarà veramente improbabile che un bambino accetterà la spremuta o di mangiare le verdure, se in frigorifero ci saranno anche l’aranciata e il cordon bleu! E’ ovvio che un bambino preferisce la nutella alla mela, ma se impariamo a cucinare in modo salutare e goloso (si può, si può!), non ne sentirà assolutamente la mancanza!

Vi vorrei lasciare così, senza una vera e propria conclusione, perchè di conclusioni qui proprio non ce ne sono, anzi, è importante che si continui a voler conoscere e scoprire, che non ci si adatti incondizionatamente a tutto ciò che ci viene proposto o consigliato.

Mi rendo conto di aver soltanto sfiorato alcuni aspetti senza averli approfonditi, ma l’intento di questo primo post è proprio quello di aprire le riflessioni. Mi piacerebbe trattare singolarmente, con un post dedicato, i tema di cui si sono soltanto accennati i contorni.

Ascoltate, intanto, la voce autorevole di FrancoBerrino, oncologo, che ha il merito di aver voluto costruire, all’interno del Istituto dei Tumori di Milano, uno spazio chiamato la Cascina Rosa, struttura in cui si fa della vera informazione, (oltre che tanta pratica), su un tema così prezioso ma così subdolamente, oserei dire, sfruttato.

Questa è una delle tante conferenze che ogni mercoledi a Milano  Berrino tiene per le famiglie, i medici, per i malati e anche per chi si è un pò stufato!

Buona Visione

http://www.youtube.com/watch?v=_llBskrJDQY&feature=related

Vi Auguro giorni sereni, riposanti, sorridenti…e soprattutto Buon Cibo a tutti!
Caterina

Meditate gente, meditate.