Cosa vuol dire lasciare un bambino piccolo libero?
Tutti, sicuramente in modi un po’ differenti, abbiamo il desiderio di vederli crescere liberi. Ma cosa intendiamo davvero per liberi? Le risposte sarebbe tante e tutte importanti…
Qui si può aprire un grande dibattito e molte riflessioni. Credo che le risposte dipendano in gran parte da ciò che abbiamo interiorizzato noi adulti, dove ci siamo sentiti obbligati e “stretti” nelle costrizioni dei genitori o della società.
Oppure al contrario, dove ci siamo sentiti abbandonati a noi stessi, responsabili troppo presto di decisioni e risultati e anche quanto la “morale”, il giudizio, il senso di fallimento, lo sguardo degli altri determino ancora di più chi siamo e come agiamo.
Quindi non ho una risposta da darvi, ma vorrei guardare insieme alcune immagini e lanciare qualche proposta.
Libertà la si può cercare nel saper stare con gli altri, permettendosi di essere vulnerabili, coinvolti, amati, rifiutati, matti, fastidiosi, insicuri… e tante di queste cose insieme.
Muoversi senza richieste né valutazioni all’interno di un semplice ma definito contenitore creato dai “grandi”, che dà la libertà di poter sbagliare, la possibilità di stare a guardare, di cercare un aiuto, di scoprire le proprie risorse e i propri limiti reali e momentanei.
Si è liberi quando si ha la certezza di essere fermati e accolti in un abbraccio… protetti anche da sé stessi per continuare a sentire la possibilità di esprimere la rabbia, la paura, il fastidio, la gioia, l’esuberanza, la voglia dell’altro, l’amore. Senza paura.
Libertà sta nel poter dire “sono arrabbiato con te” e sapere che mi ami come sempre.
Libertà è conoscere il proprio corpo, saperlo usare, saperlo dosare e ascoltare, stropicciare, sporcare, librare nella danza, sfinire in una corsa e abbandonarsi al riposo.
La libertà è saper urlare la propria emozione, battere i pugni, suonare un tamburo…ma anche poter scegliere di non farlo.
La libertà permette di accettare con serenità di non essere i primi, gli unici, i più importanti, ma essere invece qualcosa di più grande, parte di una famiglia, di un gruppo di amici, di un cerchio e saper cogliere le esigenze di tutti.
E come non riconoscere la grande libertà che si cela nella sfida? Se posso permettermi di contrappormi a te, di fare scelte diverse e di scontrarmi e farmi plasmare dal confronto e dai limiti che mi dai, senza che tu ceda ma sentendomi ascoltato, allora saprò formare il mio io senza aver paura di farti soffrire né di distruggerti.
La libertà è non doversi occupare del domani, ma vivere solamente nell’adesso. Potersi fermare in ogni momento per assaporare qualcosa di inafferrabile e unico.
E noi? Cosa facciamo noi “adulti” mentre cerchiamo di fargli vivere la loro libertà?
Forse per dare loro la possibilità di essere se stessi, noi dobbiamo “solo” fare altrettanto…
Pamela
Che bella riflessione! Capita proprio nel momento giusto per noi, in questo periodo alle prese con l’affermazione del proprio io e con la gestione delle emozioni forti… Grazie! Un abbraccio a tutte voi.
La frase conclusiva merita da sola uno sviluppo. E’ molto vera.
Siamo consapevoli di avere una grande fortuna. Larga parte delle nostre giornate sono con “persone” nella piena espressione di quel sè ancora immaturo ma non per questo meno vero. Anzi!! Proprio questa spinta a trovare chi sono e saranno accompagna noi “grandi” a ritrovare o scoprire chi siamo oggi.