Facendo tanti colloqui di inizio anno con i genitori, mi sono accorta di quante volte provo a raccontarci… il nostro modo di vedere i bambini piccoli, le relazioni tra pari,l’apprendimento spontaneo sperimentando e confrontandosi, anche con le difficoltà del crescere.

Uno dei momenti più complessi è forse quando racconto che sosteniamo il gioco autonomo dei bimbi, il valore fondamentale che diamo al loro fare, senza consegne e soprattutto senza giudizio.

Qualcuno mi ha chiesto, giustamente, cosa facciamo noi educatori se loro giocano da soli e come gli aiutiamo a crescere e ad apprendere!

La domanda è molto pertinente e provo a spiegarmi riportando un esempio anche attraverso le immagini.

Oggi con un gruppo di bimbi “grandi” mi sono spostata in palestrina a raccontare una storia che parlava dell’autunno.
Mi sono presa del tempo per parlare con loro, per “sentirli” e per capire cosa era meglio proporre. Poiché  l’energia era allegra, complice, attenta e collaborativa li ho pregati di rimanere a sedere mentre preparavo la stanza per il gioco libero. Intanto che prendevo il necessario ripassavo con loro le regole di quello spazio.

“Bimbi, in questa stanza cosa si può fare, ricordate? Si può…urlare?”
SI!
“si può correre, saltare, cantare, giocare?”
SI
“si possono tirare i giochi ?”
NO
“Si può spingere o fare male agli amici?”
NO
“Si può stare seduti o sdraiati a guardare o riposarsi?”

Qualche dubbio…qualche  timido si…

“SI certo! Si può anche guardare, ci si può fermare a osservare gli amici, si può essere stanchi così come si può ridere e urlare dalla gioia”

Bene, ora siamo pronti.

+Ho scelto le castagne come filo conduttore dei nostri giochi sull’autunno e della merenda di oggi con le castagne al forno e poi i semplicissimi tubi di cartone di due misure. Robusti, abbastanza grandi, adatti a molti usi, umilmente senza caratteristiche ne colori.

Perfetti per adattarsi alla fantasia di ognuno.

Sistemo tutto al centro della stanza e li invito a iniziare.

Mi siedo e rimango ad osservarli mentre cominciano a correre per scaricare un po’ di energia urlando e ridendo, finché  un bimbo prende un tubo e guarda attraverso: “ sono un capitano!! Vieni sulla mia nave”  mi invita soddisfatto e corre sul tappeto. Mi fa guardare attraverso il cannocchiale.

gioco152_610

Una bimba si unisce al gioco facendo suoni cupi dentro il tubo come una tromba forse…o la sirena della nave…

gioco1391_610

Poi vanno a cercare un tesoro e mi portano oggetti fantastici, nelle loro mani “vuote” ma piene di immaginazione. Qualcuno usa le castagne come tesoro dicendo che sono preziose.

Intanto un altro bimbo ha sistemato due tubi in piedi. Valuta da lontano e li riaggiusta. Poi prova a saltare! Bravissimo!!!

gioco143_610

Gli applaudono e lui lo ripete molte volte. Ogni tanto l’ostacolo cade e allora ridono insieme. Si aggiungono altri bimbi e altri ostacoli e il gioco cambia. Diventano birilli da colpire e far cadere. Applausi e risate!

gioco144-148

gioco149-150

Ci sono atleti e spettatori. Ognuno sceglie il gioco e il ruolo AUTONOMAMENTE e LIBERAMENTE passa da una cosa all’altra, senza tentennamenti perché non esiste una consegna da rispettare o un bel gioco ma solamente un SENTIRSI BENE GIOCANDO.

C’è anche chi non sa cosa fare e per un po’ guarda, poi infila i piedi e le mani nei tubi e prova a muoverli. Come è divertente. Allora prova a farlo con un’amica per vedere se si riesce e poi con la dada…ma no le misure non sono uguali. Con i piedi della dada non funziona!

gioco137-138

gioco142_610

E se invece uso i tubi per metterci le castagne? Cadono? Escono o si fermano? Sperimento e imparo da solo, con la concentrazione di un ricercatore.

gioco154-155

Certo non sempre stare con gli altri è semplice. A volte ci si scontra, magari vorrei tutti i tubi per me per costruire un castello … ma devo condividerli o coinvolgere gli amici nello stesso gioco. Devo o trovare la soluzione giusta per me. Un po’ si riesce e un po’ no e allora un bel pianto è il modo più sano per far uscire la frustrazione. Perché crescere è accettare i propri limiti e provare a superarli con le risorse che ognuno ha. Sempre diverse.

gioco156-157

gioco159_610

Ed eco cosa fa la dada allora. Ascolta attentamente, osserva di cosa hanno bisogno i bimbi e si prende la responsabilità di adulto di decidere cosa, quando e come proporre una possibilità di gioco. Poi con la stessa attenzione sostiene e facilita la partecipazione di tutti, a volte consolando a volte abbracciando a volte semplicemente rispettando il tempo e le idee di ognuno, magari con un sorriso complice.

gioco160_610-2

Con un cestino di castagne e 10 tubi di cartone è nato un bellissimo gioco autonomo che per 40 minuti  ha coinvolto tutti i bimbi “grandi” accompagnandoli in un piccolo passo in più nel loro viaggio al Nido.

[facebook] [retweet]