Definire l’altro non è semplice, pensare poi di parlare con bimbi di 3-4 anni di cosa significhi incontrare qualcuno che è “altro” da noi sembra molto complesso… ma forse non lo è!
Oggi abiamo iniziato la mattina con un albo illustrato meraviglioso: Sogni con la cosa della nostra amata illustratrice Possentini.
E subito sono iniziate le domande e le risposte tra i bimbi dove il mio ruolo era mantenere il filo ma nulla più.
I cani sognano? Certo la loro mamma! la loro casa e i loro amici. La pappa.
Ma dada i cani come dormono? Secondo voi?
Come me di fianco. No a pancia all’aria e si muovono. Tutti lunghi così la pancia tocca per terra e stanno meglio.
E voi come dormite? E cosa sognate?
Ecco in fondo non è tanto diverso. Ognuno di voi ha il suo modo di dormire e il suo sogno da fare e poi tutti abbiamo gli occhi chiusi e ci rilassiamo… sia cani che bambini che gatti o…
piccioni! serpenti! lucertole.
E via di seguito tra similitudini e differenze che ci permettono di raccontare di noi e dell’altro.
In fondo ci diciamo che tutti mangiamo e facciamo pipì e tutti parliamo anche se magari in modo diverso, basta aver voglia di ascoltare e capire. Le orecchie le abbiamo anche se quelle dei cani sono molt più grandi per cui dobbiamo regolare la ostra voce.
Svogliando il libro ci inoltriamo ancora di più in questa relazione. Mostro loro le immagini che hanno il pregio di comunicare tantissimo attraverso lo sguardo dei cani che vengono via via presentati.
Bimbi come vi sembra Teo? Triste e spaventato. E’ da solo e non gli piace.
E Aramis? Ha il pelo un po’ bianco come i capelli della nonna! Allora è vecchietto.
Questo provoca prima risate ma poi racconti di come è essere vecchi, magari mancano un po’ di denti e non si riesce a fare le scale.
Ruben aspetta che la storia sia fiita per andare nel lettone e qui si alzano molte mani. Anche io! Anche il mio cane o gatto!
Poi una pagina colpisce tutti. Zak è un cane nero enorme e riempe tutta la pagina. Come è Zak?
Stanno attenti, osservano il suo sguardo, Riflettono: Triste, forse un po’ pericoloso. NO è spaventato!
Proprio così. Sempbra aggressivo, abbaia ci dice il suo racconto. E’ sempre da solo, senza amici e compagnia. Abbaia perchè così solo ha paura di tutti.
Quando abbiamo paura cosa facciamo?
Scappiamo! Oppure stiamo immobili come certi animali che fingono di essere morti.
Giustissimo. Oppure? Sapete che a volte chi ha paura abbaia, urla, sgrida, picchia, morde, fa cose strane che sembrano forti ma in realtà sono i più spaventati. E allora possiamo pensare prima di spaventare qualcuno, prima di rincorrere un animale come a volte facciamo senza necessità con i piccioni o di lanciargli un bastoncino, o di intrappolare una lucertola o schiacciare tutte le formiche…
e prima di fare dispetti agli amici o anche a chi amico magari non è ma ha diritto a uquale cura e rispetto.
E così abbiamo parlato dell’altro tutta la mattina e intanto Tommaso, un enorme labrador di 4 anni, ha passato due ore con noi facendoci toccare con mano la cura e il rispetto, la pazienza e la delicatezza di questo cagnone grosso ma estremamente sensibile, attento e con una gran voglia di incontrarci.
Tutti, anche i più piccoli, sono venuti a fargli una carezza, a offrirgli i biscotti che abbiamo cucinato insieme la settimana scorsa apposta per lui e li abbiamo mangiati anche noi. Fa un po’ sorridere ma era bello condividere con serenità, sederci insieme sul prato, passeggiare, giocare a rincorrersi se entrambi ci divertiamo, parlare senza comandare nè alzare la voce perchè Tommaso capisce e ascolta con molta attenzione e non si dimentica di nessuno. Allora l’abbiamo accompagnato a bere e a fare due passi nel giardino grande.
Tra i tanti momenti di dolcezza uno mi ha davvero colpito.
I bimbi giocano spesso sulle altalene di corde andando veloci e sanno che devono stare attenti ai piccoli , guardare intorno, ma molte volte sono presi da altro.
Per un attimo un bimbo stava per colpire Tommaso che passava di lì. Lui si è un po’ spaventato e ha fatto un piccolo salto. Il bimbo si è fermato, gli ha chiesto scusa, lo ha guardato con attenzione per capire se era tutto a a posto e solo dopo ha ricominciato, ma con una presenza diversa.
Ecco l’altro che ci insegna qualcosa di più di noi.
Dada Pamela
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