Una piccola testimonianza della dada Thea:

Sono più di quindici anni che navigo nel mare che si chiama Teatro e ogni volta mi emoziono e mi sorprendo come se fosse la prima, sia come spettatrice che attrice, quando sento una platea piena di bimbe e bimbi ridere.
Le bambine e i bambini affrontano con completa serierà l’esperienza di andare al teatro.
Dalla mattina appena svegli annunciano con entusiasmo l’evento speciale della giornata. A scuola attendono con adrenalina l’autobus. Nell’autobus allacciano da soli le cinture e la loro attenzione nel tragitto li fa riconoscere luoghi che conoscono e li fa accendere la loro curiosità per cose nuove che vedono.
Poi per loro la trasformazione e l’immaginazione sono processi immediati, spontanei… per questo, l’autobus molto velocemente diventa un’aereo!
Scendono dall’autobus con assoluta cura e attraversano la strada grande, grandissima per loro, tutti inseme attenti e divertiti salutando i vigili urbani, le macchine e i passeggeri. Sono presenti, sono lì e segnalano il loro intervento nell’ambiente circostante.
Entrano nel teatro, aspettano in fila per entrare nella sala, ascoltano le indicazioni per dove sedersi, tolgono le giacche e i loro occhi sono già rivolti verso il palco. Sanno che è un momento diverso dagli altri, che sta per succedere qualcosa che loro non riescono ad immaginare e sono aperti a ricevere il nuovo.
Buio… ma proprio buio per 4,5 secondi e senti i respiri sospesi, accolgono il silenzio…
la sala è grande, il palco è grande, anche la sedia è grande, il buio accentua il fatto che siamo tutti insieme in quello spazio, e ci offre la prima opportunità di respirare per la prima volta tutti insieme… buio inspiro profondo… sospensione… luce espiro lungo!
Lo spettacolo inizia e lì non ci sono più pensieri.
Sono attivi con tutto il loro corpo, gli occhi diventano più grandi, si alzano, si siedono, applaudono, ballano anche da seduti… sono pienamente entrati nel ritmo della storia, si armonizzano con l’energia degli attori e con la loro partecipazione fisica ed emotiva contribuiscono ad arrivare fino alla fine con grande gioia.
Fine… e per loro è proprio una fine.
Rimangono seduti e si preparano per la nuova partenza. Si saluta il teatro, si attraversa di nuovo la stessa strada, ma sempre in modo diverso per loro: al contrario e senza i vigli urbani.
Abbiamo solo il tempo di un semaforo verde per passare tutti insieme dall’altra parte!
Si sale sull’autobus, salutano l’autista che ormai lo conoscono, allacciano le cinture e si torna alla scuola con una grande, grandissima fame!
E mentre mangiano arriva un sonno irresistibile.
Sono stanchi, hanno vissuto con completa attenzione e serietà ogni singolo momento e ora giustamente hanno bisogno di riposo.
Per chi fa teatro il pubblico delle bambine e dei bambini è quello più difficile, perché con la loro assoluta presenza esigono sincerità, serietà e competenza.
E loro in cambio fanno vibrare il teatro e le nostre anime adulte con le loro risate e il loro entusiasmo… un entusiasmo per tutte le emozioni che si accendono, si alternano e li fanno sorprendere profondamente.
Loro ci indicano la strada per la responsabilità e la gioia.
Grazie per l’attenzione.
Theano Vavatziani
 Foto dello spettacolo “Cappuccetto Rosso” al Teatro Testoni
https://www.testoniragazzi.it/produz.php?idproduz=28…