Il silenzio è il tema del nostro anno scolastico.

Tutti conoscono il silenzio ma a volte capita di perderlo per la strada, in un mondo agitato e rumoroso.

Perché scegliere un tema così complesso?

Anche la risposta non è semplice, ma alla fine di questo anno silenzioso, vorrei provare a raccontare, l’origine e il percorso che ha fatto insieme a noi.

Pensare al silenzio ci riportava a una dimensione con meno parole, più tranquillità interiore per avere una maggiore centratura e un benessere fisico e mentale.

Il rumore è ovunque, confonde, distrae, affatica la mente. Il rumore entra in una stanza e gradatamente la occupa tutta, come il buio nel libro di Alice, portando tutto a uno stato superficiale, allontanando dall’ascolto di sé e dalla pace interiore.

Per questo abbiamo pensato di scacciare dalle stanze un po’ di quel rumore per farvi entrare il silenzio. Quel silenzio che permette ai bambini di entrare in equilibrio e di giocare serenamente, di ascoltare l’altro e rispettare i tempi e i bisogni di tutti.

Molti ambiti educativi parlano dell’importanza del silenzio, noi quest’anno abbiamo pensato di cercarlo nelle piccole cose, nelle nostre giornate, nelle pause musicali, nelle vie del ghetto ebraico, nei boschi lontano dal traffico e nelle acque di Venezia!

Ci siamo tuffati nel silenzio dell’acqua della nostra conosciuta piscina, cercando di capire quali passi delicati, giochi, parole sussurate, fossero necessari per farsi trasportare in una pace che sorprende e che permette a ogni persona di trovare l’armonia con sé stesso.

Abbiamo fatto giochi con i ritmi e le pause delle canzoni, introducendo piccole meditazioni e momenti di silenzio.

Abbiamo viaggiato prima di addormentarci in paesi magici e silenziosi, facendo yoga e raccontando storie fantastiche.

Abbiamo scelto di andare in gita in molti parchi cittadini e lontano dal traffico, per assaporare il dolce suono del vento, dei rami, della volpe e degli uccellini.

Abbiamo deciso di recarci a visitare Venezia, una città senza auto, sospesa sull’acqua, dove i piccoli calli, le nebbie raccontate, la terrazza di S. Lucia sul canal grande, allontanano quel bombardamento di colori, rumori, cellulari, televisioni e musica.

È difficile rimanere in silenzio e fermarsi, oggi viene spesso vissuto come un vuoto, come tempo perso. I bambini sentono che l’adulto considera il silenzio in maniera negativa cercando di riempirlo con qualcosa e di conseguenza, anche loro tendono ad andare verso il rumore, che allontana da sé stessi, dall’introspezione, dall’ascoltare.

Ma cos’è il silenzio per noi?

Abbiamo fatto un’intervista nel cerchio e queste sono le parole di alcuni bambini:

Matteo: “Per me è un pesce muto”

Ludovico: “Il silenzio è quando dormo”

Gigi: “Non si sente il silenzio”

Riccardo: “In silenzio con un bambino in bocca”

Luca: “Un’aquila che vola, anzi un gabbiano”

Cornelia: “A Venezia”

Viola: “A Venezia abbiamo sentito i rumori e poi il silenzio dell’acqua”

Jacopo: “ Al mare ho pescato molti pesci”

Cecilia: “Un minuto di silenzio è lunghissimo.”

 

Dada Taty e Dada Thea