E’ caldissimo…
e insieme decidiamo che è ora di dare il via ai giochi d’acqua tanto amati da tutti: dade e bimbi.
In pochi minuti la pedana in giardino è diventata una gigantesca pozzanghera piena di acqua, di bacinelle, di ciotoline e oggetti per travasare e versare. E piena di mani e piedini!
C’è chi si siede comodo e comincia a trasferire l’acqua da un contenitore all’altro con cura, attento e dedito al suo lavoro ma molto divertito dal bagnarsi, dal restare in pannolino o in slip e rovesciare rivoletti un po’ ovunque.
Altri hanno voglia di muoversi e sentire il suono dei piedini sul bagnato, degli spruzzi, di lanciare in alto piccoli getti, divertendosi a correre qua e là.
I più temerari corrono dietro alle dade che hanno in mano il tubo dell’acqua e allora partono piccole sfide, scherzi, momenti di coraggio e di fuga, risate e qualche scivolone!!
In terra in poco tempo si è creato un bel fango e allora correre e lasciarsi cadere è uno spasso, ma anche provare a nuotarci dentro o a dipingersi il corpo.
Osservo tutte queste possibilità e mi accorgo che per un gruppo di bimbi si tratta proprio di un momento intimo.
Anche in mezzo alla “folla” trovano uno spazio di silenzio e esplorazione.
Per altri invece è la gioia del condividere, del buttare fuori e arrivare al limite, di sentirsi attraverso l’acqua fresca o la “doccia” improvvisa!
Ognuno a suo modo, con modalità molto differenti, sta ascoltandosi, sta interiorizzando, sta abbracciando questo elemento così presente fin dal nostre primo esistere. E intanto l’acqua ci trasporta, tra un gioco e una pausa, sempre più all’interno di noi stessi finchè abbiamo preso a sufficienza.
Sazi e come accarezzati da mani affettuose e protettive, ritroviamo i nostri vestiti e ci ripuliamo della terra, ci asciughiamo e ci prepariamo per il pranzo.
Alcuni bimbi però sono ancora molto “dentro”. Sono entrati in profondità e stanno toccando emozioni delicate, importanti e anche travolgenti.
Allora con loro ci prendiamo ancora un momento per uscire da questo elemento che tanto ci riporta alle prime cure, i primi bagnetti… o ancora prima…
Nel grande lavandino del nido, fatto un po’ come una vaschetta da bagno piccola e contenitiva, uno ad uno si accoccolano mentre li lavo piano piano. I capelli, il corpo e intanto le parole si fanno piccole, appena percepite e gli animi si rilassano e si acquietano prima di lasciarsi asciugare.
Sentirsi piccolissimi per un lungo momento è bellissimo per i bimbi già un po’ grandi, che in questo spazio hanno lasciato andare ogni richiesta di autonomia e si sono abbandonati con fiducia alle cure delle dade.
In piscina, pochi giorni dopo, in uno spazio più grande, abbiamo potuto ritrovare ancora un po’ questo momento.
Usando i teli, avvolgendoli intorno ai bimbi come un bozzolo, chi desiderava sentire ancora un po’ questo spazio di cura, ha potuto entrare ancora più a fondo. Cullato dolcemente, con poche parole di accompagnamento, ecco un piccolo momento di regressione, dedicato uno per uno ad ogni bimbo che lo ha richiesto per poi dirci quando era pronto per uscirne… un po’ più forte, più integro e magari un pochino più grande!
Sembra forse strano dire che lo hanno richiesto, ma in fondo è solo l’abitudine ad ascoltare con attenzione: tutto arriva chiaramente.
Entrare in contatto con sè stessi attraverso l’acqua è ciò che cerchiamo ogni volta che proponiamo questo elemento, in qualsiasi forma, per prenderne la forza e la plasmabilità, per sentirci a volte un po’ piccoli così da poter fare quel passo per diventare un po’ grandi e soprattutto per stare bene con noi stessi.
Dada Pamela
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