Camminare è diventato un gesto sovversivo.
Non serve essere atleti professionisti o perseguire chissà quali performance fisiche.
La rivoluzione è alla portata di chiunque.
Basta decidere di rinunciare a qualche comodità, il più delle volte “mentale”, e spostarsi a piedi ogni volta che è possibile.
Un piede dopo l’altro, sul filo di quell’equilibrio che si trova con un passo, si perde con quello dopo per poi ritrovarlo con il passo successivo.
Anche in città, anche nel quotidiano, anzi…soprattutto in questi ambiti, oltre che in ambienti naturali e selvatici.
Sottrarsi alla tirannia della velocità significa dilatare la meraviglia di ogni istante e restituire intensità alla vita.
Guardare il mondo che ci circonda con occhi nuovi, curiosi, attenti, rispettosi e pieni di stupore.
Chi cammina a piedi gode di migliore salute, ha una memoria più efficiente, è più creativo e concentrato.
Il gesto del camminare (ci) permette di ri-connetterci con le nostre vere radici, che non sono crescono nel cemento e nell’asfalto.
Camminare per sperimentare libertà, tempi lenti, rilassamento, liberazione da catene e guarigione.
E soprattutto, chi cammina riesce a far tesoro del silenzio per trasformare così la più semplice esperienza in un’avventura indimenticabile.
<<Camminiamo, dunque, per accordare il proprio corpo al ritmo della nostra anima>> – Erling Kagge”