Ci si può perdere sul pavimento della scuola?
Assolutamente, se non si trovano dei punti di riferimento come il Campus e il bar di Fabien!
Con qualche piantina, scotch colorato e foto conosciute, abbiamo realizzato un reticolo (tipo scacchiera) del nostro quartiere, dove tanti percorsi, più lunghi o più brevi conducevano al mercato.
Un gioco per conoscere il mondo che ci circonda, per familiarizzare con lo spazio, con la destra e la sinistra, rispettando alcune regole: fare un passo per ogni piastrella e girare il corpo a destra o sinistra nella direzione in cui si cammina, non camminare in obliquo, non camminare sopra o saltare i riferimenti del Campus e del bar.
Partiamo dalla stanza dei girasoli, dentro la scuola, per arrivare al quartiere della Cirenaica. Da soli, con i compagni, studiamo la strada migliore per il mercato. Un passo avanti, un passo indietro, un passo a destra, un passo a sinistra:
“Passiamo dal campus” – “Aggiriamo il bar di Fabien” – “E’ più corta da questa parte”…
… sono le tante riflessioni dei bambini.
Tante strade per arrivare al mercato, tante strade per perdersi e recuperare l’equilibrio, tante strade per viaggiare con la mente o con il corpo. Una strada per avvicinare i bambini al pensiero computazionale, all’orientamento nello spazio e al piacere di passeggiare nel quartiere.
Prima di uscire abbiamo letto il libro “Al mercato”, abbandonando piano piano le parole della storia per entrare in un mondo di immagini fitte e parlanti, dove i personaggi si muovono, seguendo il ricordo delle piccole cose conosciute, vissute da bambini. Questo libro è una fotografia di un mercato di quartiere, dove i sapori, gli odori, i colori si mescolano in tante sfumature di ricordi, che accompagnano i piccoli nelle loro vite.
“Chi non è mai stato al mercato?”
“Quante cose in quelle bancarelle: mutande, tazze, scacciamosche, parrucche ..”
Da queste immagini sono nate chiacchiere con i bambini sul proprio quartiere, sui riferimenti delle strade, dei negozi, delle case che conoscono, permettendoci di sorridere.
Da questo mosaico di bancarelle abbiamo pensato di crearne uno tutto nostro: una mappa/mosaico del quartiere, per guidarci fino al grande, colorato e tanto immaginato mercato!
E poi, PRONTI SI PARTE!
Una bella mattina ci siamo procurati il kit dell’esploratore (macchina fotografica, taccuino, lenti di ingrandimento, mappe e piantine) e siamo partiti per la nostra passeggiata. Un viaggio verso il mercato (ma non al mercato), verso qualcosa che avremmo scoperto in ogni passo, che avremmo osservato con le lenti e fermato con uno scatto. Un viaggio dove le cose conosciute diventano speciali, perché vissute con gli amici, dove lo sporco lasciato in terra è una missione legata a “pulire il mondo”, dove l’obiettivo del mercato si perde nei pensieri e riappare come uno spettacolo bellissimo dietro al sipario.
E’ sì, il mercato ha qualcosa di teatrale, non così grande, ma molto caratteristico: c’è il macellaio che ci racconta la storia del pollo Batman (che vola guidato dalle sue mani), c’è il lattaio che ci saluta con affetto, c’è la bancarella del fruttivendolo colorata e profumata, si possono incontrare genitori che fanno la spesa e c’è sempre qualcuno che ci offre la merenda.
E nel tornare, con tutta questa magia, ci rimane il sapore della crema delle zeppole. Riprendiamo la nostra passeggiata al contrario, non più sconosciuta e stupefacente: l’arrivo può diventare una nuova partenza, nella scoperta potente e magnifica. Allora perché non prendere una scorciatoia, perché non seguire quella classe del Pellicano per vedere dove vanno (e salutare un compagno dell’anno scorso), prendendo un sentiero, che ci accompagna per mano, verso nuove scoperte.
E così quando il tempo lo permette, magari anche un po’ freddo o ventilato, noi usciamo in passeggiata una volta la settimana, a piccolo gruppo, per imparare a camminare, ad osservare, a stupirci, ad incontrare, a misurare distanze e resistenze e diventare ogni passo più grandi, più temerari e complici.
Dada Tatiana
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