A Gennaio entrando in libreria colpì ben presto la mia attenzione un lungo libro dal titolo “La finestra”.  Pochi secondi ed era già tra le mie mani ed ero sicura che sarei uscita da lì portandolo con me.

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Aspettando un momento speciale per sfogliare il libro con l’energia giusta, sono trascorsi giorni e giorni ed infine i mesi. E tutti sappiamo cos’è successo nel frattempo.

“La finestra” è un originale e profondo albo scritto da Lorenzo Naia ed illustrato da Roberta Rossetti, edito da Verbavolant Edizioni.

E’ un libro per tutti, ovvero uno stimolo per i più piccoli a guardarsi intorno per guardarsi meglio dentro e scoprire così la propria capacità di immaginare ma credo sia anche un suggerimento per i più grandi affinché possano ritrovare la voglia e il tempo di sognare.

 

Qualche pomeriggio fa, eccolo che torna sotto il mio sguardo e non posso più rimandare. Decido di scendere nel mio giardino condominiale che definisce la “mia mezz’ora d’aria” e mi metto comoda… inizia la mia avventura.

La storia è raccontata da un bambino, un bimbo che narra le sue giornate passate ad osservare il Mondo che lo circonda dalla finestra della sua abitazione al diciottesimo piano. Tanti dettagli, tante emozioni che lui pazientemente osserva, tutti i giorni.

Dalla finestra della sua stanza infatti osserva: duemilaottocentonove automobili passare in un’ora, un ragazzo e una ragazza leggere un libro ogni giorno seduti sulla stessa panchina, i bambini giocare al parco e ancora l’apertura dei negozi sotto casa la mattina.

Nel suo osservare non può certo non notare un bimbo, di circa la sua età, che abita proprio di fronte a lui.L’osserva tanto perché quel bambino fa veramente tante belle cose… finché un giorno, grazie ad un blackout elettrico, le distanze fisiche iniziano ad essere non più importanti e un giorno all’improvviso il bambino di fronte a lui gli fa “ciao” con la mano e in men che non si dica i due diventano inseparabili e provano a giocare insieme nonostante la… distanza!

Questa è una storia di delicata amicizia, di apparenza che va superata, di una piccola finestra sulla città che permette di osservare le sfumature di tutti i giorni che sfuggono spesso alla nostra attenzione, presi da troppe cose da fare, ma che sono lì, sotto il nostro naso, per essere viste… perché come si legge nel libro: “Imparare a vedere il bello intorno a sé è il primo passo per trovare il bello anche dentro di sé”.

Non posso negare che il mio pensiero dopo aver sfogliato e letto il libro è andato ai bimbi dell’Atelier… ma anche a tutti i bambini che in questi mesi stanno vivendo una grande sfida, una grande occasione ma anche un momento delicato che sarà memoria per sempre dentro ognuno di loro.

Ho pensato a chi come il bimbo protagonista della storia si è ritrovato a vedere, ad osservare il Mondo da una finestra o da un cortile condominiale e dal proprio giardino.

Riporto quanto letto in questi giorni  e che condivido appieno. “Vorrei fare un applauso e dire loro grazie perchè hanno fatto il più immenso sforzo di fiducia che si possa chiedere ad un essere umano, accettando tutto: hanno mollato amici, sport, hobby, scuola, e aspettano pazienti fino a quando diremo che potranno uscire di nuovo”.

Poi ho pensato a quanto sarà emozionante e prezioso ritrovarsi e vederli cresciuti e anche un po’ diversi, che sarà importante ascoltarsi, accogliersi, ritrovarsi con fiducia e con la consapevolezza che saremo tutti cambiati un po’ e sarò curiosa di sapere dopo questi giorni di ristrettezze ed isolamenti cosa avranno da raccontarci i bambini che hanno visto il Mondo fermarsi per un po’.

“Ci sono finestre da cui guardare il mondo e finestre da cui guardare dentro sè stessi”.

Un grande abbraccio a tutti

Dada Roberta