Una mattina all’Atelier è arrivata Olli, il cane della dada Francesca.

Non tanto grande, nera e marrone, un po’ vecchierella.
Olli ha fatto con noi tutta la mattinata, dalle accoglienze fino al pranzo.
Nonostante siano anni che l’Atelier ospita i cani sia per attività di pet education con i bimbi, sia per formazioni per le dade, questa mattina è un po’ diverso. Non si tratterà di fare qualche attività specifica con Olli, ma di trascorrere insieme la mattina, vedere come bimbi e cane si incontrano in un bel contesto come il nostro giardino, come si relazionano l’uno con l’altro e come vivere insieme una bella esperienza.

Incontrare un cane è sempre incontrare l’altro diverso da noi, con sue specifiche caratteristiche, bisogni e linguaggi. Quest’anno siamo ripartite da piccoli incontri misurati, a piccolo gruppo divisi tra i piccolissimi e gli scatenati della materna. E’ tornato a trovarci Tommy, il Labrador enorme e biondo con lo sguardo buono e il passo lento, misurato, riflessivo per non disturbare nessuna emozione. Tommy sembra osservare e accogliere tutti e poi concedersi una improvvisa corsa con la sua mole ingombrante, solo quando ne intravede la possibilità.

I bimbi si affascinano a questo dolce orso,  affondano le manine nel suo pelo folto, cercano di incuriosirlo lanciando bastoni e nascondendo premietti. Tommy gioca quando ne ha voglia senza perdere mai di vista la dada Pamela, suo riferimento in un posto conosciuto ma pieno di tante piccole persone nuove e un po’ preoccupanti.

Si perchè è davvero difficile cambiare il punto di vista!

Si pensa sempre ai bimbi e al loro sguardo, ai loro timori a vedere un cane grosso,  o una cagnolina nera… e in base a questo misuriamo gli incontri, i tempi, la presenza, ma con altrettanta cura facciamo attenzione a porci contemporaneamente dall’altra parte!

Cosa pensa il nostro ospite in questo posto poco famigliare, con tante persone che si muovono, parlano, lo cercano?

Che bisogni importanti ha da rispettare? Un posto all’ombra, da bere, ma anche uno spazio sicuro in cui spostarsi quando non ha più voglia di relazionarsi, una persona che sia un buon riferimento per non metterlo in ansia, giochi che lui ama per divertirsi con noi.

Perchè quello che davvero ci interessa è cambiare lo sguardo verso gli animali, trasmettere una cultura di vero rispetto e curiosità, di incontro e conoscenza senza pensare di sapere già, senza chiedere all’ altro di adattarsi a noi o di rientrare in un modello che vorremmo.

In questo modo possono venire a trovarci cani diversi per i quali creeremo situazioni diverse, ospiti veloci o che possono rimanere a lungo, giochi da fare insieme e passeggiate o semplicemente la condivisione di una quotidianità. Perchè ognuno di noi è un individuo e come tale va accolto e integrato.

Dalle accoglienze alla merenda, la mattinata vola via, tra curiosità e approcci, tra giochi in giardino e Olli o Tommy  che vivono con noi una esperienza molto ricca: un po’ guardano, un po’ si avvicinavano per vedere chi arrivava, un po’ seguono la loro dada … la Olli è più indipendente ed esplora a volte il giardino grande, un po’ si lascia coccolare e un po’ cerca un posto fresco per riposarsi un po’; Tommy è più quieto e si lascia andare solo nelle corse un po’ matte col bastoncino!
Tra i bimbi c’era chi preferiva osservare a distanza, chi non poteva resistere dal coccolarla, chi cercava di condividere un gioco, chi giocava serenamente per i fatti suoi perché i cani non sono una novità…

Le prime volte abbiamo accolto Tommy in cerchio dopo aver letto un bel libro sul portare un cane a casa e lui si è sdraiato tra noi lasciandosi guardare con generosità: come è fatto, non porta i vestiti, è un maschio, ma mangia i fiori? E l’erba? Davvero mangia la ciccia come me? Ma sa nuotare che va sempre la mare? E perchè va sempre via con i nonni?

Sono mille gli spunti che si possono seguire partendo da qui e lasciando correre i pensieri e le esperienze che ogni bimbo porta e con cui si immagina la vita di un cane, tanto diversi quanto diverse sono le loro esperienze personali. Anche i bimbi più irrequieti rimangono affascinati e hanno voglia di stare, di creare una relazione e uno scambio.

I bimbi più piccoli erano stupefacenti, nelle loro reazioni ad Olli, immediate e
naturali, tra chi provava una forte attrazione e chi preferiva lasciarsi coccolare dalla dada. E i più grandi invece, quante parole, domande, storie ascoltate con orecchie aperte e occhi incantati: Olli è arrivata a casa della dada da grande, a 8 anni; veniva da un posto speciale, un rifugio. “Che cos’è un rifugio dada? Se ha 8 anni Olli è come il mio fratellone? Cosa mangia? Per merenda mangia la frutta come noi? Cosa le piace fare? Gioca? E’ stanca?” E’ stato bello vedere la loro curiosità ma anche il loro tatto, la loro delicatezza nel cercare il modo migliore di relazionarsi con Olli, la quale d’altro canto si è trovata in un’esperienza molto nuova, dove ha dovuto osservare tanto, capire cosa succedeva e comprendere la richiesta. E per salutarci, ci siamo seduti in cerchio e abbiamo sparso un po’ di crocchette senza che Olli vedesse dove erano nascoste: vediamo se le trova. Nonostante Olli fosse molto stanca di fronte alla pappa
non si tira mai indietro. E anche questa è stata un’occasione per osservarla con naturalità, senza forzature, nel suo annusare e cercare.

Come sempre grazie a tutti questi esseri meravigliosi, così spontanei, così veri e presenti come sanno essere bimbi e animali e che ci ricordano come assaporare le esperienze: ad occhi aperti, orecchie pronte e pieni di meraviglia.

Dada Pamela e dada Francesca