C’era una volta un giorno speciale, anche se si ripete ogni anno, e anche se questo giorno si svolge nello stesso posto, il parco cittadino Arboreto.
E c’era una volta un gruppo di bambini, accompagnati dai loro genitori e un gruppo di dade: alcuni bimbi erano gli stessi degli anni precedenti, altri invece, si trovavano lì per la prima volta, per un sacco di prime volte. La prima volta, quest’anno, che salutano mamma o papà in un posto diverso che non è il rassicurante asilo, la prima volta che è necessario avere vestiti e zainetti adatti, forniti del necessario, persino della pappa per il pranzo e la prima volta che vivranno una giornata in un luogo non consuetudinario e per questo dovranno affidarsi alle dade e al gruppo di amici.
Siamo di nuovo all’Arboreto, che ci accoglie anche quest’anno come un fidato amico, pronto a stupirci della sua bellezza e ricchezza, tra alberi anziani, piante che provengono da vicino e da lontano, affascinanti cortecce, strani frutti, cespugli frondosi nei quali fare i giochi della foresta, e poi passanti, cani, tanto da osservare e percorrere, il tutto in inglese! Perché con noi ci sarà la dada Simona e questa settimana il laboratorio lo facciamo qui, nel parco.
Quindi, appuntamento al parcheggio, di buon mattino, in una giornata che doveva essere autunnale e fresca e invece è sembrata quasi estiva, molto calda, particolare per essere fine ottobre, Solo i colori, non traggono del tutto in inganno: siamo in autunno, le foglie ricoprono il terreno, in particolare nelle zone più ombrose e umide del parco.
Salutati i genitori ed organizzatici in due gruppi, siamo partiti ad esplorare un po’ questo luogo per poi scegliere una bella radura dove ritrovarci in cerchio ed intonare The Autumn Song, una canzone che si canta anche con il corpo, per imitare le foglie che cadono, le porte che si chiudono per il freddino (ironia di un giorno molto caldo), e le giornate che si accorciano.
Siamo bellissimi, così in cerchio, con le mani che fanno finta di scivolare giù a terra!
Dada Francesca
La fame però inizia a farsi sentire, ed è tempo di andare verso il Cà Solare, sede della casa di quartiere del Pilastro: qui i volontari ci hanno gentilmente offerto i loro spazi, per sederci e mangiare con calma la merenda, andare in bagno e rilassarci un po’ prima di tornare a giocare con Dada Simona. So, children let’s go, e andiamo a cercare queste cose che la dada chiama “stics and nuts” con le quali potremmo costruire qualcosa……
Il parco è affascinante, ci chiama e ci sono mille angoli da esplorare, foglie da lanciare, fiori, animaletti, l’erba che pizzica (le ortiche), e non è facile restare concentrati. Con un po’ di aiuto i bimbi si lasciano trascinare nella ricerca e nella possibilità di costruire il proprio bimbo tutto naturale, fatto di rametti e noci. Finalmente arriva la concentrazione necessaria per cercare, guardare, toccare, scegliere e creare con cura: ogni “bimbo rametto” è davvero unico, in posture buffe o perfettamente allineato.
E poi? Beh siamo pronti per fare un altro giretto e scoprire altri angoli. Proprio in uno di questo troviamo un piccolo regalo lasciatoci, chissà, forse da uno gnomo: una piccola capanna, con tanto di posto per un immaginario falò e uno spiedo di piccole mele già pronto! E lo spiedo ci richiama alla fame, alla pancia che brontola di nuovo, per cui è il momento di tornare al Cà Solare, tirare fuori il pranzo preparato dalla mamma e finalmente riposarci un po’. Qui tra un boccone e l’altro, una risata ed uno scherzo, ci raggiunge una grande stanchezza, è quasi difficile radunare le nostre cose, leggere un libro, ma ora è proprio arrivato il momento di salutare i gentili volontari e tornare da papà e mamma che ci stanno aspettando accanto al parcheggio.
Grazie caro Arboreto, ogni anno ci regali tanta bellezza, riesci a stupirci ogni volta un po’ di più; e grazie nuovamente ai volontari della casa di quartiere Pilastro, che ci hanno aiutato con tanta disponibilità e gentilezza, facendoci sentire accolti.
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