Fare un percorso formativo è senz’altro uno dei momenti più stimolanti dell’anno!

Trovarsi ad essere utente di un qualsiasi interessante progetto, esserne parte quindi, stimolo, specchio, interazione, crescita… non può che essere un momento nuovo ogni volta, in cui osservarsi.

Se poi sei tu stesso il formatore allora sei come doppiamente in gioco, due volte coinvolto a vivere tutto ciò che accade ma anche a osservare, rilanciare, moderare e tirare le fila dell’esperienza.

Siamo ripartite Irene ed io con un nuovo percorso per Adulti in Crescita, dieci splendide persone con competenze molto differenti, con campi di esperienza tra i più vari, accomunati dall’interesse per la relazione con i bambini e come approfondirla.

Le nostre proposte sono sempre esperienziali. Attraverso un primo laboratorio, immersi nell’atmosfera un po’ magica e molto lussureggiante del nostro giardino, iniziamo a conoscerci ballando, guardandoci negli occhi, prendendoci cura a occhi chiusi, sperimentando piccole regressioni, ruoli diversi e “giocando” molto intensamente con emozioni e sensazioni.

Lasciamo sempre uno spazio al cerchio per parole in libertà, dubbi, riflessioni e a volte qualche contenuto più didattico e tecnico. Per il secondo laboratorio siamo passati a raffinare il nostro sentire, a portare l’attenzione prima dentro poi all’altro, a conoscerci un po’ di pù e ci siamo confrontati sulle osservazioni fatte al mattino.

Per il terzo incontro volevo portarci a sperimentare il più possibile l’impatto che la comunicazione ha sui bambini, renderci consapevoli che comunichiamo continuamente attraverso il corpo, il modo in cui ci muoviamo e la nostra postura, ma anche lo spazio che “impegniamo” in una stanza, la direzione che prendiamo per avvicinarci all’altro.

Infine la comunicazione passa attraverso il tono, quello muscolare, quello della voce ma soprattutto quello inconsapevole delle emozioni, di come ci sentiamo, di come siamo connessi a noi stessi e al posto in cui siamo, a ciò che stiamo facendo.

Parliamo di prossemica appunto, l’analisi delle modalità con cui le persone percepiscono e utilizzano lo spazio fisico prima di tutto ma anche tutta la complessità della comunicazione non verbale. Quando osserviamo due cani che si avvicinano c’è un mondo contenuto nel come direzionano il passo, la velocità con cui si approcciano, il movimento del bacino e della coda, le orecchie, il modo in cui girano la testa per non fare pressione sull’altro ma lasciando lo spazio per aprirsi o meno allo scambio. Sono maestri nel dire tantissimo in pochi gesti e in pochi attimi e nel aprire o chiudere lo spazio di comunicazione, alleggerire la tensione emotiva o buttarla in gioco per scaricarla se troppa. Osservando e entrando in relazione con loro attraverso uno sguardo competente che accompagna a leggere i molti segnali che comunicano, abbiamo “giocare” un po’ a come anche noi facciamo qualcosa di molto istintivo e spontaneo attraverso il nostro corpo, il movimento, lo sguardo che va a terra o all’altro, la distanza o la vicinanza di cui sentiamo avere bisogno, giocando con una lingua immaginaria per ascoltare l’intenzione che sta sotto le parole. Ci siamo interrogati su come è meglio avvicinarsi ad un bimbo piccoli, cosa leggerà nei nostri gesti, che tipo di rispetto possiamo mettere in atto per creare un vero spazio di amore e apprendimento e come possiamo guidare senza spingere.

Emergia, presenza, connessione, consapevolezza … tutto il nostro percorso si svolge intorno a questi fondamentali punti. Prendere maggiore coscienza di sè mentre stiamo con gli altri, ancora di più se sono bambini, sensibili e aperti per natura e con antenne molto accurate per leggere ogni nostra incertezza, ogni fragilità così come ogni nostra cura e attenzione.

Chi allora poteva accompagnarci in questa tappa meglio degli amici cani… quattro cagnoni differenti, chi più timido chi più esplorativo, calmi o un po’ vivaci, con abitudini differenti proprio come chiunque incontriamo nel nostro vivere e lavorare.

E proprio come i bambini piccoli, in grado di comunicare molto profondamente senza le parole, attraverso ill corpo, il movimento, l’intensità dello sguardo e tantissime altre sfumature!

E’ stato un pomeriggio intenso, a volte molto silenzioso altre pieno di buffe “non parole”, di giochi e piccoli momenti poetici, di ascolto dell natura radicandoci nei piedi e aprendo il cuore e anche di qualche risata e perplessità!

Grazie a tutti per una presenza vera.

Pamela