I bambini e le bambine dell’Atelier dei piccoli ci sono andati al cinema, ce l’hanno raccontato nel cerchio di apertura a questo laboratorio dove noi dade Simona e Chiara gli abbiamo proposto corti d’autore per farli un po’ sognare e per soprattutto farli avvicinare ad un tipo di cinema meno scontato e altamente simbolico. Abbiamo ricreato in piccolo tutti i passaggi dell’andare al cinema, dal biglietto d’ingresso, al posto assegnato  al buio di una stanza dove un proiettore dava un’immagine molto molto grande sulla parete.

Tutti loro avevano ben chiaro che il cinema è fatto di grandi emozioni, perchè ci hanno raccontato della paura, della felicità, della malinconia, del bello dell’aggregazione e soprattutto del sogno. E’ bello andare al cinema col proprio migliore amico o migliore amica, con mamma e papà, i fratellini e le sorelline, i cugini, a mangiare i pop corn e a stare seduti nel buio che poi non è una cosa così difficile da fare, a loro dire.

Dopo ogni proposta era d’obbligo un cerchio di riflessione, perchè noi dade eravamo molto curiose di sapere se effettivamente quello che avevamo pensato di donargli fosse arrivato e puntualmente quello e molto di più, perchè il loro potere immaginativo è spesso sottovalutato. Hanno guardato corti parlati in una lingua diversa dalla loro, corti silenziosi fatti solo di immagini, corti a colori e corti in bianco e nero e tutte queste volte il loro sguardo era concentrato e accogliente, perchè le immagini sono potenti e portano ad esperienze di bellezza insperata.

Il lavoro di questo laboratorio è stato trasversale, perchè dietro alle immagini proiettate ci sono storie prima pensate, poi disegnate e per finire animate. Si riesce forse a rappresentare con la matita o un pennello l’ostinazione  di un gatto innamorato e non ricambiato  o la solitudine di un girasole rimasto solo in un campo raso al suolo dalle macchine? Noi abbiamo scoperto che si’, si può fare. Colori scelti con molta cura e particolari spiegati fin nei minimi dettagli. Noi dade abbiamo capito che loro si vogliono principalmente divertire, infatti l’emozione più sperata all’inizio della proiezione dei corti era lo spasso, avevano proprio voglia di ridere, ma che magia quando anche le altre emozioni, quelle più difficili da sostenere, facevano capolino e davano poi spunti di dialogo meravigliosi.

Come diceva Ettore Scola “ il cinema è uno specchio dipinto”, ognuno col suo sguardo e con la propria storia a guardare sguardi di altri, che insieme creano l’incantesimo.

Dada Simona e dada Chiara