Possono due anni “diversi” cambiare il tuo modo di vedere, sentire, agire il lavoro che porti avanti da tanti, tanti anni? Pare di sì. Sono bastati due anni di sperimentazione, di vissuto e di consolidamento per essere andate più in là, per aver trovato nuove prospettive e differenti consapevolezze. E questo ci sprona a riaccendere maggiormente le nostre menti, a scoprire nuove possibilità, a togliere quel “pilota automatico” che talvolta, senza accorgercene, viene impostato e riprendere in mano con maggior consapevolezza la guida.
Due anni fa abbiamo dato avvio alla sperimentazione del polo 1-6 all’Atelier, ed oggi siamo sempre “noi”, ma con un vestito nuovo, forse più alla moda, più adeguato ai tempi.
Nel corso degli inserimenti dei bimbi nido di quest’anno è stato palese, quasi folgorante per me, accorgersi di come la strada intrapresa porti ad una rivoluzione quotidiana, che va a modificare, e a mio avviso migliorare, il nostro intento educativo e, in maniera più concreta, le nostre azioni, il nostro fare.
Come sempre, da ormai tanto tanto tempo, abbiamo impostato l’avvio dei primi inserimenti nella cara vecchia maniera classica: le dade, i genitori coi loro bimbi, e qualche bimbo “vecchio” del nido in grado di reggere e accompagnare questo delicato momento di grande carica emotiva. Quindi una ristretta bolla, fatta di cura, di delicatezza, di tempi lunghi e calmi, di grande intimità. Il risultato? Una noia mortale! Per tutti, nessuno escluso.
Ed ecco il momento in cui l’evidenza ci ha aperto gli occhi: dopo aver vissuto per un periodo consistente le dinamiche 1-6 anni non se ne può più fare a meno. E così i bimbi grandi, dai 3 ai 6 anni, sono stati invitati a piccolo gruppo ad aiutarci nell’accompagnare i nuovi bimbi e le loro famiglie a conoscere l’Atelier, e la magia è avvenuta all’istante, tutto ha funzionato meglio.
Ma per quale motivo?
Credo che ciò dipenda dall’elemento base che sostiene l’idea del progetto 1-6: lo scambio fra età differenti è un arricchimento per tutti. I bimbi di 4 e 5 anni vivono con orgoglio ed una certa compiacenza il veder riconosciuto il loro ruolo da “grandi” e sono entusiasti nel mostrare le competenze acquisite, inoltre dimostrano spesso una tenerezza commovente nei confronti dei piccolini appena arrivati. I bimbi del primo anno materna trovano in questa situazione una zona comfort, in cui possono sperimentare le prime mosse nel mondo dei più grandi sentendosi però ancora al sicuro nello spazio ideale del nido appena lasciato. I più grandi del nido avvertono meno il carico della grande onda emotiva che ogni inserimento porta con sé, sostenuti dalla presenza dei più grandi e più liberi di fare ancora “i piccoli”.
Noi Dade siamo agevolate dalla presenza del gruppo misto, che dà ritmo ed interagisce in maniera molto più autonoma, lasciandoci la possibilità di dedicarci maggiormente ai nuovi arrivati e, per dirla tutta, orgogliose di poter mostrare ai nuovi genitori la bellezza e l’armonia dei “nostri bimbi”
E per i nuovi arrivati?
Difficile poter parlare per loro, però credo che per i nuovi bimbi sia uno stimolo molto più ricco il gruppo 1-6, ne sono affascinati e incuriositi, lo stare insieme risulta più interessante e divertente. Per i genitori sono dell’opinione che questa sia un’ottima occasione per comprendere meglio cosa voglia dire avere un gruppo “misto”, osservare con i propri occhi come si svolge la quotidianità nel polo 1-6, rassicurandosi probabilmente per le inevitabili perplessità che possono nascere nel momento in cui il proprio bimbo, così piccino, inizierà ogni giorno a vivere la giornata in mezzo a bambini “così grandi”.
E’ stata importante per me la nuova consapevolezza raggiunta con gli inserimenti di quest’anno: impariamo dal vecchio e accogliamo il nuovo, a volte avere il coraggio di lasciare andare ciò che è “sempre stato così” ci permette di ripartire con nuovo entusiasmo per nuove rotte.
Dada Ilaria
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