Titolo intrigante per una formazione rivolta principalmente a chi porta i bimbi in natura!

In effetti l’argomento è vasto, complesso e si presta a molti risvolti interessanti e grazie alla FISM (federazione Italiana Scuola Materna) e in particolare alla fiducia e al supporto della pedagogista Daniela Mughetto che ci ha presi in carico, ecco che insieme a Paolo Tasini, il nostro dado giardiniere (e molto di più!) ci apprestiamo a questa nuova avventura, provando a riflettere insieme su cosa sia questa “selvatichezza”.

Ci siamo dedicati tre incontri, iniziando in Atelier con una gruppo piuttosto variegato tra educatrice di nido e insegnanti di scuola di infanzia, tra laureate o laureande di scienze della formazione e anche con la partecipazione di due gruide ambientali escrusionistiche.

Questa varietà di esperienze ed età ci ha permesso di sperimentarci con diversi punti di vista, di prenderci un primo tempo per giocare un po’ scoprendo che con una semplice ghianda si possono mettere in moto competenze motorie fini, pazienza, ascolto, intuito, ritmo… ma anche racconti, insegnamenti… e ancora senza uscire dalla stanza!

Siamo poi passate ad esplorare paure, disagi, dubbi e fatiche del portare fuori bambini sotto i sei anni, e come siamo punto focale il dialogo e lo scambio con le famiglie per  lavorare insieme perchè ogni esperienza sia ricca e condivisa: dall’abbigliamento migliore, a come organizzare una uscita, a come arrivare con gradualità ad arrampicarsi e quali possono essere le opportunità del giocare semplicemente all’aperto in un giardino naturale o in un parco cittadino ma un po’ selvaggio!

Ecco allora che siamo usciti, ci siamo divertiti a esplorare il nostro ricco giardino a occhi chiusi, con il supporto e la guida di un compagno, ma anche con l’emozione e l’entusiasmo un po’ “bambino” di quando ci ritroviamo ad usare di nuovo i nostri sensi senza vedere, senza sapere già cosa stiamo per toccare, senza certezze ma con molto stupore. Quante sensazioni ed emozioni in un gesto così semplice!

Proprio come i nostri bimbi si trovano ad esplorare un piccolo giardino come fosse una giungla piena di insidie e di possibilità, un parco urbano come una foresta da scoprire, in cui correre a perdifiato e creare avventure con ciò che possiamo semplicemente trovare e sperimentare.

Abbiamo scelto di dare spazio alle parole, ma soprattutto allo stupore, ai racconti di Paolo che ci ha fatto immergere nelle sue esperienze prima di genitore e poi di giardiniere, fotografo, narratore ed educatore, coinvolgendo anche Ettore, uno dei suoi figli, che ci gì ha riportato in modo fresco e genuino, le sue esperienze di quando era un piccolo esploratore di mondi naturali!

Ci siamo confrontati con la presenza preziosa di Marco Albertini, guida escursionistica che porta in appennnino bambini più grandi e famiglie ma spesso accompagna anche noi nelle nostre piccole gite come fotografo ambientale.

Il tempo è stato breve ma abbiamo giocato con l’imprevisto come la pioggia battente trovando che dentro si sta poi molto bene e anche qui si può raccontare del fuori e poi trovandoci al Parco Arboreto in una bella mattina fresca di sole per scoprire che proprio vicino a noi c’è un posto pieno di meraviglie, frutti, colori, animali…insomma tante possibilità che vanno solo esplorate e colte senza per forza preparare una attività ma trovando in noi stessi la giusta qualità per osservare, accompagnare, approfondire, stupirsi e godersi un po’ di sana e urbana selvatichezza!

Grazie per la partecipazione entusiasta e attenta e per gli scambi che ne sono derivati che ci hanno lasciato con qualche riflessione in più, magari con qualche piccola idea e un po’ di voglia di provarci ancora a relazionarsi sempre meglio con questa natura che sarebbe semplicemente la nostra prima casa!.

Pamela