Un paio di mesi fa ho partecipato ad un interessante corso di formazione dove si raccontava l’esperienza fatta da alcune educatrici di Bologna in una scuola della Svezia, paese famoso per le sue realtà innovative nel campo dell’educazione.

Man mano che si documentava l’esperienza, sempre di più pensavo a quanto mi fosse familiare tutto quello che si diceva, e ho visto tanta Svezia nell’Atelier!

Tante sono le cose che mi hanno risuonato ascoltando i racconti portanti:

Il tema del fare con i bambini e le bambine; un’educazione dove al centro ci sono il bello, l’autonomia e la responsabilità;

L’interesse dei bambini e delle bambine sempre sono tenuti in grande considerazione, possono far sentire la loro voce, vengono ascoltati e dal dialogo si creano nuove opportunità;

Tempo, spazio e pace per esprimere la loro creatività;

La presenza di elementi naturali;

L’approccio collaborativo tra casa e scuola come punto di crescita e miglioramento costante.

Ho trovato stimolante e interessante il concetto che tutti sono importanti,  sono un modello… allora la prossemica e la postura dell’adulto, l’esempio che diamo nello stare diventano stimoli e esempi del fare, ispirazione per nuove scoperte.

Allo stesso tempo come si tengono in considerazione le loro già esistenti competenze che si vogliono rinforzare. Il ruolo dell’adulto diventa quindi quello di regia, progettazione degli spazi e supporto.

Quando poi si è parlato di senso di familiarità e di casa,  ho subito pensato a quando i nostri bambini e bambine si infilano il pigiamino per andare a nanna il pomeriggio e come sia davvero un rituale speciale che li fa sentire al sicuro.

La ricerca costante quindi di una  scuola  che regala fiducia in sé stessi, non alimenta la selezione e la competizione precoci, riduce le diseguaglianze e si preoccupa costantemente del benessere fisico ed emotivo dei bambini e delle bambine ma anche degli insegnanti.

Grati di tutte queste somiglianze, la Svezia è davvero più vicina di quanto si pensi!

Dada Simona