Ma chissà poi di cosa si tratta….
Il nome “fattoria” è evocativo, suscita subito in tutti l’attesa di animali, di stalle, di campagna. Ma questa stramba parola, “urbana”, chissà mai cosa significherà.
Ma i bimbi non si pongono queste domande, si fidano e si affidano, e così si parte per l’ avventura!
Andiamo a fare visita a questo piccolo e affascinante luogo in due momenti, prima con i “grandi”, i 4-5 anni, poi coi piccoli, i 2-3 anni, lasciando i piccolissimi a godersi il loro nido, aspettando il prossimo anno per vivere le loro nuove scoperte nel mondo “là fuori”.
È stato visitando questa realtà che ci siamo potuti rendere conto di cosa possa voler dire questo termine, “urbana”, un po’ complicato, senza bisogno di spiegarlo con le parole, ma vivendolo direttamente con l’esperienza.
Non siamo andati lontano in campagna, siamo ancora in città, attorno a noi strade con tante macchine e condomini. Non troviamo pascoli, non c’è la mucca che, nelle aspettative dei bimbi, era l’ animale più atteso e citato. Ma c’è molto altro. C’è un piccolo spazio speciale, in cui immergersi, in cui vivere esperienze coinvolgenti e inaspettate.
La “dada” Maria, l’etologa che ci accoglie, dopo la merenda ci accompagna nell’ Orto didattico, ci invita ad accarezzare i cespuglietti delle piante aromatiche che stanno crescendo, che ad ogni tocco ci regalano il loro profumo. Poi facciamo visita agli animali della piccola fattoria, il momento più atteso!

Veniamo poi accompagnati nelle stalle, dove possiamo immergere le mani nella lana della pecora che è stata tosata, e sia i piccoli sia noi grandi scopriamo che non solo è morbida, ma è anche tutta oleosa e unticcia perché la pioggia possa scivolare via!
Infine condividiamo un bel momento: il gruppo dei grandi soffia con cannucce gocce colorate al termine di un laboratorio inerente all’ acqua, mentre il gruppo dei più piccoli prepara un vasetto con terra e semini di fiori colorati da donare a mamma e papà.
In un attimo la mattinata è volata via, a rifocillarci ci aspettano i pranzetti preparati dai genitori, momento molto amato da tutti, che fa sentire il calore dell’ affetto di casa e che consente interessanti e gustose condivisioni.
Un po’ di giochi nel prato, scovando conigli, pozze di fango e lunghi bastoni che attivano subito la fantasia, ed ecco che arriva l’ ora di andare a casa. Ci sembra di tornare da un luogo lontano, in cui ci siamo sentiti liberi e un po’ selvaggi, ma in realtà siamo sempre rimasti qui, nella nostra bella città.

Dada Ilaria
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