Chiccolino dove stai?
Sotto terra non lo sai?
E lì sotto non fai nulla?
Dormo dentro alla mia culla
Dormi sempre, ma perché?
Voglio crescere come te!
E se tanto crescerai
Chiccolino che farai?
Una spiga metterò,
tanti chicchi ti darò
e pane buono poi sarò“
Le parole di questa filastrocca ci hanno accompagnato tutti i venerdì nei nostri impasti, parole semplici che hanno dato senso ai gesti altrettanto semplici e ripetitivi che racchiudono la bellezza e la magia della natura: della terra che accoglie e nutre il seme che diventerà fiore, frutto e nutrimento.
Anche quest’anno mi ha stupita il silenzio che si creava nel cerchio, ogni volta gli stessi gesti, le stesse parole eppure ogni volta sembrava la prima, si coglieva tutta la meraviglia e l’attesa di ciò che sarebbe accaduto negli sguardi attenti e curiosi dei bimbi e nell’entusiasmo delle loro manine impazienti di impastare.
Seduti attorno al tavolo ecco che arrivavano, uno dopo l’altro, tutti gli ingredienti, ogni volta abbiamo incontrato la farina, bianca e silenziosa come la neve, passando da ciascuno la facevo scendere dall’alto a volte sopra, a volte accanto alle manine che l’attendevano per toccarla, annusarla…e a volte assaggiarla! Poi arrivava l’olio, che abbiamo imparato a riconoscere dal colore giallo e dall’odore intenso, l’olio che faceva tante stradine incontrando la farina, il sale e la nostra polverina magica, il lievito. Infine ascoltavamo la voce dell’acqua chiudendo gli occhi e immaginando qualcosa ascoltandola mentre scendeva nella ciotola. Dopodiché mescolavo e impastavo tutti gli ingredienti aiutata dai bimbi che cantavano:
“Impasta, impasta, impasta
rotola e impasta
oggi un bel panino noi faremo”
Una volta pronto l’impasto a ciascuno davo una pallina di impasto per fare la sua opera, c’è chi si è buttato con entusiasmo fin dal primo giorno, chi invece ha avuto bisogno di un tempo per osservare prima di fare, ognuno con i suoi tempi, il suo stile, i suoi gesti. Tutti sono arrivati a provare e sperimentare con le mani e a godersi questa attività coinvolgendo tutti i sensi e tutti molto orgogliosi di poter portare a casa e mangiare ciò che avevano creato.
Partendo dagli ingredienti base abbiamo aggiunto via via qualche altro ingrediente: la curcuma per colorare il panino di giallo, i semini di girasole, di sesamo, le olive… Abbiamo fatto anche piccoli grissini e persino la pizza con tanto di mozzarella e pomodoro!
E abbiamo concluso questo percorso con l’impasto di biscotti di Pasqua molto speciali, ad opera dei bimbi della materna che li hanno fatti per tutti i bimbi dell’Atelier. Biscotti con fiori edibili, fiori veri !
Una sorpresa anche per i bimbi! Dopo aver fatto i biscotti con le formine di Pasqua ho mostrato una ciotolina con dentro fiorellini colorati spiegando loro cosa fossero i fiori edibili, molte facce interrogative mi guardavano finché:
– “Ma dada sono davvero fiori veri che si possono mangiare??!!!”
– “Sì proprio così!”
Wow! Lo stupore ha illuminato i loro occhi:
– “Allora possiamo assaggiarli!”
Dopo averli guardati e assaggiati a ciascuno ho dato un fiore per ogni biscotto che aveva preparato e con molta cura hanno adagiato il fiore sul biscotto esercitando una leggera pressione.
Devo dire che si sono mostrati come sempre molto molto competenti! E abbiamo sfornato con grande soddisfazione delle vere opere d’arte: belle da guardare e ottime da mangiare.
Dada Chiara
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