Parlando dell’Atelier sovente si legge delle attività, del senso pedagogico del progetto, dell’azione educativa che viene praticata quotidianamente e del tentativo di mantenerla il più possibile focalizzata e coerente. 

Poche volte ci siamo soffermate a parlare del ruolo importante e centrale del collaboratore. 

In questa occasione vogliamo porre il riflettore su questo ruolo, cercando di metterne in luce alcuni aspetti, senza la pretesa di voler essere esaustivi né parlare per tutte le esperienze.

Il collaboratore all’Atelier dei Piccoli è membro a tutti gli effetti del gruppo di lavoro, partecipa attivamente alle riunioni, formazioni e plenarie, lavora sia in autonomia, che insieme alle colleghe e si relaziona quotidianamente con i bambini, risultando essere una figura di riferimento per loro.

Se inizialmente questo ruolo era ricoperto da persone fisse, con il passare del tempo e con la crescita del progetto, ora è diventato sempre più versatile, e ciascuna delle componenti del gruppo di lavoro svolge questo ruolo. 

Il collaboratore apparentemente svolge soprattutto compiti pratici: predisporre le merende, i pasti, le pulizie, i letti, le scorte…. ma è proprio grazie a questi compiti essenziali che agevola lo svolgimento della giornata, il lavoro delle colleghe e soprattutto il benessere dei bimbi stessi. 

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È un ruolo che può sembrare “nelle retrovie” rispetto a quello dell’educatrice presente sul gruppo ma che, in realtà, permette di assumere una prospettiva diversa e più ampia della situazione: il collaboratore entra in scena in diversi momenti specifici, a volte sul bisogno contingente, potendo così avere uno sguardo diverso su ciò che vivono gli altri, i bimbi e le colleghe: può essere il cambio di un bambino che si è sporcato, oppure per la preparazione dei bimbi quando si va fuori o in quelle situazioni nelle quali è importante un diversivo all’interno delle dinamiche del gruppo. 

Infine, parlandone tra di noi ciò che è risultato centrale nel ruolo del collaboratore è la possibilità della cura: è necessario infatti che tutto ciò che serve sia a disposizione, perché il lavoro di altri possa essere semplice; vi è attenzione e cura nella preparazione dei piatti, perché il cibo possa assumere un valore aggiunto nell’atto del nutrimento; vi è cura, nello svolgere alcuni compiti con i bambini stessi, per poter lavorare sull’autonomia e sul senso di autoefficacia e capacità certo, ma anche per stare con loro facendo piccole cose semplici e quotidiane.

Nel “fare insieme” si costruiscono relazioni che diventano importanti e che offrono punti di vista diversi, spunti aggiuntivi, al gruppo di lavoro. Il collaboratore necessariamente ha uno sguardo diverso sulle dinamiche relazionali e questo è motivo di ricchezza. 

Dada Francesca